Un nuovo approccio terapeutico, sviluppato dal Center for Materials Interfaces coordinato da Gianni Ciofani dell’Istituto Italiano di Tecnologia
La tecnica si basa sull’utilizzo di nanoparticelle biodegradabili che, attivate da luce a infrarossi, generano un riscaldamento controllato in grado di stimolare specifiche funzioni cellulari. A differenza dei farmaci tradizionali, questa soluzione interviene a livello fisico e non biochimico, riducendo effetti collaterali e personalizzando l’intervento.
I primi test, condotti su modelli cellulari, hanno mostrato risultati incoraggianti: le nanoparticelle usate, composte da polidopamina, sono sicure, non si accumulano nei tessuti e svolgono anche un’azione protettiva antiossidante. La tecnologia si propone come strumento versatile per riattivare cellule inattive in malattie come SLA, Alzheimer e distrofie muscolari.