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Book Review: Incoscienza artificiale. Come fanno le macchine a prevedere per noi

Un saggio sul valore ed i valori della persona e delle organizzazioni umane come guide nello sviluppo di soluzioni tecnologiche intelligenti

Affidarci alle capacità di macchine intelligenti in un mondo caratterizzato da un’incertezza spesso disarmante sembra una scelta assolutamente razionale. In realtà, tale logica collide con la necessità di far sì che ogni scelta sia guidata da valori umani – dall’essenza umana, potremmo dire – secondo una “coscienza” che nemmeno la tecnologia più autonoma può avere in mancanza delle emozioni, del senso di responsabilità e dell’immaginazione dell’uomo. Occuparsi di Intelligenza Artificiale significa comprenderne le implicazioni nella sua interazione con la persona, con ogni persona nel suo specifico, secondo un’etica (ed un coraggio) che non emergono artificialmente (sicuramente non al di fuori del dominio della fantascienza, ora come ora). Analizzare l’Intelligenza Artificiale (e le Intelligenze Artificiali) dal punto di vista umano è un passo necessario per poter beneficiare delle sue potenzialità in ambiti ove sia richiesta una (nostra) scelta, comprendendo anche come alcune decisioni si pongano innanzi a noi a causa dell’esistenza stessa di queste tecnologie rivoluzionarie, che ispirano ulteriori dilemmi insieme ad innovazioni capaci di trasfigurare (in meglio, spero) il mondo in cui viviamo a livello sia personale che sociale.  

Massimo Chiriatti affronta e sviluppa problematiche simili nel suo “Incoscienza artificiale – Come fanno le macchine a prevedere per noi” (saggio di 180 pagine pubblicato in Italiano da LUISS University Press – prima edizione a Settembre 2021). L’autore è Chief Technology and Innovation Officer per l’Infrastructure Solutions Group di Lenovo in Italia. Durante la sua carriera ha occupato posizioni manageriali di rilievo (anche come CTO Blockchain per IBM Italia), tessendo relazioni tra mondo produttivo ed accademico, e divenendo anche membro della commissione di esperti del Ministero dello Sviluppo Economico per la realizzazione di una strategia nazionale in ambito di tecnologie basate su registri condivisi. Co-estensore del Manifesto #BlockchainItalia, scrive per testate come Il Sole 24 Ore (sulle pagine di Nòva 100) ed è anche autore del libro “#Humanless – L’algoritmo egoista” (pubblicato da Hoepli nel 2019). Nei suoi testi si dimostra un autentico punto di riferimento su tematiche economico-tecnologiche da cui non può prescindere qualsiasi riflessione atta ad indirizzare e guidare in modo etico e consapevole la trasformazione digitale del Paese a vantaggio della nostra società, lavorando su dispositivi e norme entro un approccio globale che renda ogni tecnologia umana. 

I molteplici aspetti del background di Massimo Chiriatti emergono chiaramente durante la lettura del suo saggio, generoso di concetti complessi esposti in modo efficace, ed ulteriormente arricchito da una prefazione di Luciano Floridi e da una postfazione di Vincenzo Paglia. Si tratta di un libro prezioso: non parte dall’idea di propugnare una irragionevole centralità dell’uomo in ogni decisione, cercando una contrapposizione con la macchina (altrimenti perché avremmo avuto bisogno di creare Intelligenze Artificiali, in prima istanza?), ma afferma il valore ed i valori della persona e delle organizzazioni umane come guide nello sviluppo di soluzioni tecnologiche intelligenti che prendano in considerazione la nostra unicità (figlia dell’evoluzione della specie umana, della storia dell’umanità, dello sviluppo e delle esperienze di ciascun essere umano) per farsi carico dei nostri bisogni. Allargare i nostri orizzonti ed accrescere il nostro benessere sono conquiste tecnologiche che partono dalla persona, in funzione della quale deve procedere la progettazione, l’addestramento e la valutazione di sistemi intelligenti a cui dovremmo affidarci (consapevolmente ed entro certi limiti) in virtù di capacità di previsione al di là delle possibilità umane (e sulle quali tutti gli stakeholder devono riflettere).  

Non ho dubbi sul fatto che “Incoscienza Artificiale” fornirà un quadro chiaro e articolato delle diverse declinazioni del tema dei sistemi intelligenti e delle loro applicazioni entro una rete di concetti che coinvolgerà lettori dagli interessi più disparati. D’altronde, posso aggiungere che leggere questo libro è stato particolarmente stimolante proprio per il sottoscritto. Ovviamente perché mi occupo di tecnologie interattive centrate sulla persona. Sicuramente non solo perché mi sono immediatamente ritrovato, per formazione ed atteggiamento, nella figura che l’autore propone con il termine di “etologo digitale”. Certamente non perché non abbia trovato nel testo dettagli tecnici o legali: senza informarmi attivamente in relazione a tali aspetti non mi azzarderei a parlare (non solo per lavoro) di interazioni uomo-tecnologia. So che a volte si possono percepire i linguaggi di vasti ambiti che abbracciano ingegneria e diritto come barriere invalicabili nell’avventurarsi in una selva di argomenti spinosi, dai quali si finisce così col tenersi alla larga (e, di conseguenza, fuori dai giochi). La scelta di Massimo Chiriatti di introdurre le tematiche affrontate (che si tratti di “digital twin” o di “biohacking”) senza far leva su tecnicismi diventa quindi particolarmente indovinata. Il che non limita però l’autore nell’intrecciare prospettive complesse che includono anche quelle offerte da saperi umanistici (in particolare filosofici), fornendo il quadro entro cui collocare noi stessi ed i sistemi intelligenti in una rete di relazioni reciproche: una rete di interazioni. 

Il libro evidenzia proprio come le interazioni con la persona offrano alla tecnologia occasioni inestimabili per comprenderci, aiutarci e, se progettata secondo principi derivanti da conoscenze multidisciplinari sull’essere umano, farsi guidare da noi in ciascuna di queste due attività. Una simile riflessione è decisamente opportuna se pensiamo alle implicazioni di qualunque tentativo di rendere autonomo un dispositivo automatico, nel presente come in un futuro sempre più vicino. Si tratta di una missione impegnativa ma altamente strategica (per una persona, per una famiglia, per un’azienda, per un’istituzione, e per un ecosistema in cui siano connesse queste ed altre unità), quella di “educare” degli agenti capaci di applicarsi instancabilmente nella soluzione di problemi che non possono comprendere. E sta a noi far loro superare tale incoscienza artificiale. 

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SCHEDA DEL LIBRO
Titolo: Incoscienza artificiale. Come fanno le macchine a prevedere per noi
Autore: Massimo Chiriatti
Editore: Luiss University Press,
Anno edizione: settembre 2021
Pagine: 180

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