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Due giovani ricercatrici di IIT vincono il bando Fondazione Roche per la ricerca indipendente

Virginia Brancato a Milano studierà le cause genetiche del tumore al seno; Simona Francia a Genova si dedicherà allo sviluppo della retina artificiale liquida

Tra gli 8 vincitori della sesta edizione del bando “Fondazione Roche per la ricerca indipendente” ci sono anche 2 ricercatrici di IIT, Simona Francia e Virginia Brancato, che riceveranno 50 mila euro ciascuna per condurre le loro ricerche nell’ambito dell’oftalmologia e della medicina personalizzata. L’annuncio è stato dato ieri, 13 luglio, dalla Fondazione Roche, durante un evento di premiazione a Milano, presso MIND (Milano Innovation District).“Bisogna investire sui giovani ricercatori per coltivare i talenti nel nostro Paese e per contribuire allo sviluppo economico del Sistema Italia”, ha sottolineato Mariapia Garavaglia, Presidente di Fondazione Roche. Il bando era rivolto a ricercatori e ricercatrici giovani, under 40, che con i loro studi ambiscono a migliorare la salute e il benessere dei pazienti in aree ad alto bisogno: oncologia, ematologia oncologica, oftalmologia, neuroscienze, malattie ereditarie della coagulazione, Covid, digital health e medicina  personalizzata (PHC).Virginia Brancato è ricercatrice al Center for Genomic Science di IIT a Milano, dove lavora nel gruppo di Francesco Nicassio, coordinatore del Centro. Con un’esperienza di formazione e lavoro tra Napoli, Londra, e Braga in Portogallo, Brancato nel 2021 vince una Marie Curie Fellowship che le permette di ritornare in Italia all’IIT. Grazie al finanziamento della Fondazione Roche, la ricercatrice potrà dedicarsi allo studio dei geni coinvolti nel tumore al seno, guardando alla diversità con cui il tumore si presenta tra le pazienti. Il progetto di ricerca, denominato Mimetic, sarà possibile grazie all’applicazione di tecniche di genomica/epigenomica avanzata e l’utilizzo di modelli organoidi. Capire l’eterogeneità tumorale aiuterà a comprendere le cause della resistenza ai trattamenti antitumorali e a sviluppare terapie più personalizzate“Le tecniche che utilizzeremo per guardare da vicino il tumore al seno e scoprirne i talloni d’Achille che potrebbero migliorare la terapia di molte pazienti, sono all’avanguardia ma sono soprattutto molto costose. Per questo motivo, ringrazio ancora la Fondazione per questa opportunità”, commenta Brancato, che sottolinea anche il supporto ricevuto dalla famiglia e dagli amici “che continuano a fare il tifo per me” e dall’IIT, in particolare Nicassio “perché alla mia proposta di partecipare al bando, mi ha subito sostenuta sia per favorire uno slancio alla mia carriera di ricercatrice, ma soprattutto per aver creduto che l’idea del progetto era solida ma necessitava di finanziamenti per essere portata avanti”. “Non posso che essere orgoglioso di aver sostenuto la sua candidatura dando il mio supporto a svolgere la sua ricerca qui, sostenendo il suo lavoro di ricercatrice che ha deciso di tornare nel proprio Paese per continuare il suo percorso scientifico”, aggiunge Francesco Nicassio.Uguale contentezza e orgoglio si respirano anche nei laboratori del Center for Synaptic Neuroscience and Technology dell’IIT, situato presso l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova. Il Coordinatore del Centro, Fabio Benfenati, è da molti anni impegnato nello sviluppo di protesi retiniche artificiali tramite soluzioni all’avanguardia. “Sono entusiasta che la tecnologia di retina artificiale liquida sia stata premiata col progetto ReVISION – ha dichiarato – l’idea innovativa di questo progetto è di poter iniettare con un intervento poco invasivo nanoparticelle organiche fotovoltaiche nello spazio sottoretinico per rimpiazzare i fotorecettori degenerati, permettendo l’attivazione dei neuroni della retina al fine di assicurare una visione ad alta risoluzione”.A condurre il progetto ci sarà Simona Francia, da tre anni ricercatrice Post-Doc nel gruppo di Benfenati, dove si occupa dello sviluppo della nuova tecnologia della retina artificiale liquida iniettabile in modelli animali di Retinite pigmentosa. Il progetto ReVISiON sarà un ulteriore passo verso una protesi più efficace e utilizzabile in situazioni in cui la retina è fortemente danneggiata. Laureata in Biotecnologie Molecolari e Industriali presso l’Università di Bologna, Francia si è formata tra Parma, Zurigo e Padova. “Lo sviluppo di questa ricerca rappresenta un’occasione unica ed essenziale sia per la mia crescita professionale che scientifica. ReVISION é un progetto innovativo e traslazionale, i cui risultati scientifici potranno essere la base per futuri studi clinici su pazienti affetti da degenerazione retinica”.

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