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ERC premia con 2 milioni di euro Barbara Mazzolai e Andrea Toma

Al centro la sostenibilità ambientale attraverso lo sviluppo di tecnologie ispirate al mondo delle piante

Un nuovo modello di robot pianta munito di intelligenza artificiale in grado di avere un comportamento collettivo, per monitorare la salute del sottosuolo; e una nuova generazione di dispositivi nanotecnologici per l’immagazzinamento dell’energia solare in idrogeno: questi i due progetti proposti daBarbara Mazzolai e Andrea Toma dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), che sono risultati vincenti nell’ultima competizione dell’European Research Council (ERC). I due progetti riceveranno un finanziamento di circa 2 milioni di euro per i prossimi 5 anni e saranno realizzati con l’obiettivo di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente in risposta ai cambiamenti climatici.L’ERC ha comunicato oggi i nomi dei vincitori dei finanziamenti “Consolidator grant” dedicati a ricercatori con almeno sette anni di esperienza dopo il dottorato, e volti a consolidare la loro attività scientifica su progetti di eccellenza. L’investimento europeo complessivo è di 655 milioni di euro, nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020, e interessa 327 ricercatori in tutta Europa, di 39 nazionalità diverse, i quali condurranno i loro progetti in 23 Paesi distinti. Primi in classifica per il numero di grant ottenuti sono i ricercatori di nazionalità italiana, con un totale di 47 scienziati e scienziate italiani dislocati nei laboratori europei, davanti a nazionalità solitamente più rappresentate come i tedeschi e i francesi, i quali però si confermano i Paesi con un maggiore numero di ricercatori ospitati al loro interno (50 in Germania, 34 in Francia). L’Italia si posiziona al 9° posto, con soli 17 ricercatori che svolgeranno le loro ricerche nei laboratori nazionali, rappresentati da 14 istituti ospitanti, tra cui l’IIT, che si aggiudica 2 nuovi Consolidator grants. Il portafoglio di progetti ERC di IIT – ottenuti a partire dal 2009 – raggiunge così il totale di 48, ottenuti da 38 ricercatori, di cui 15 donne, confermando la capacità di IIT di attrarre in Italia fondi e scienziati per progetti all’avanguardia, promuovendo anche l’uguaglianza di genere.Il ruolo delle donne è il focus delle comunicazioni da parte di ERC, infatti, il 37% dei Consolidator grant di ERC è stato assegnato a scienziate, una percentuale in crescita rispetto agli anni precedenti. Tra queste vi è Barbara Mazzolai, pioniera nello studio interdisciplinare delle piante, del loro comportamento sia nel sottosuolo che nell’aria, e della traduzione delle loro caratteristiche in robot soffici; una ricerca che l’ha resa figura di riferimento a livello italiano ed internazionale. Il finanziamento da parte dell’ERC rappresenta un ulteriore riconoscimento agli studi di Mazzolai.Barbara Mazzolai è responsabile del Center for Micro-Bio Robotics di IIT a Pontedera (Pisa); è stata coordinatrice del progetto che ha dato vita al primo robot pianta al mondo, il Plantoide, che può essere utilizzato per il monitoraggio degli inquinanti nel suolo. Nell’ambito del progetto europeo FET GrowBot, Mazzolai sta studiando le piante rampicanti con l’obiettivo di creare robot in grado di arrampicarsi e adattarsi all’ambiente circostante, in modo che in futuro possano integrarsi come sensori nelle smart cities. Il suo nuovo progetto finanziato dall’ERC, dal titolo I-Wood, ha a cuore la salute dell’ecosistema sotterraneo degli esseri vegetali, in particolare della rete nota con il nome di wood wide web. La wood wide web, ovvero rete micorrizica, è una rete di comunicazione e di recupero delle sostanze nutritive presente tra le radici, in cui i funghi giocano un ruolo chiave. I funghi, infatti, si attaccano alle radici e agiscono da connettori tra le diverse piante, rappresentando una sorta di intelligenza aggiuntiva e collettiva. Mazzolai studierà i meccanismi che sono alla base dell’interazione tra le piante e i funghi all’interno di tale rete, in modo da sviluppare un nuovo modello di robot pianta munito di Intelligenza Artificiale, così che sia in grado di esplorare il suolo e di implementare i comportamenti collettivi delle piante. Gli I-Wood robots saranno utilizzabili per monitorare il benessere del sottosuolo minacciato dalle conseguenze del riscaldamento globale.Ispirato ai processi naturali di fotosintesi è, invece, il progetto diAndrea Toma, finalizzato alla creazione di nuove tecnologie per catturare e convertire la luce solare in idrogeno come fonte di energia sostenibile. Toma è coordinatore della Clean Room Facility dell’IIT a Genova, ed è tra i primi ricercatori arrivati nella sede genovese qualche anno dopo la fondazione di IIT. Con una laurea in Fisica e un dottorato in Scienze dei Materiali conseguiti a Genova, Toma è un esperto della fabbricazione di nuovi materiali e architetture di dimensioni nanometriche. É stato Visiting Scientist della Chinese Academy of Sciences e fa parte del consiglio di valutazione della Molecular Foundry – Lawrence Berkeley National Laboratory in Usa. Il progetto finanziato da ERC, dal titolo REPLY(REshaping Photocatalysis via Light-Matter hYbridization in Plasmonic Nanocavities) ha l’obiettivo di realizzare una nuova tecnologia in grado di sfruttare la fotocatalisi per generare energia rinnovabile a partire dalla scissione dell’acqua. I nuovi dispositivi saranno costituiti da nanomateriali ibridi metallo-semiconduttore e sfrutteranno in modo molto efficiente la luce solare per aprire nuove prospettive nella produzione di idrogeno.


Link al comunicato stampa ERC: https://erc.europa.eu/news/CoG-recipients-2020

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