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Hannes vince il Premio Compasso d’Oro 2020

Intervista a Lorenzo De Michieli, coordinatore di Rehab Technologies

Hannes, la protesi robotica di arto superiore realizzata nel laboratorio congiunto Rehab Technologies IIT – INAIL è stata insignita oggi del Premio Compasso d’Oro ADI dalla giuria internazionale della XXVI edizione. Il premio, che viene assegnato ogni anno con l’obiettivo di valorizzare la qualità del design italiano, è stato riconosciuto ad Hannes con la seguente motivazione:“Il design si rivela uno strumento indispensabile per aiutare le persone in difficoltà a riappropriarsi del proprio futuro. Tecnologia ed estetica aiutano a superare un disagio psicologico e un deficit fisico.”La cerimonia è avvenuta a Milano presso l’ADI Design Museum dove tutti i prodotti partecipanti alla corrente  edizione del Premio resteranno in esposizione fino al 16 settembre, entrando a far parte di diritto della Collezione Compasso d’Oro ADI, dichiarata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali di “eccezionale interesse artistico e storico”.Nel 2013 il gruppo di ricercatori IIT – INAIL ha iniziato a dedicarsi alla progettazione di protesi robotiche per arti superiori scegliendo di includere nel team di lavoro i designer dello studio ddpstudio con cui collaborare per fondere l’efficienza e funzionalità della robotica di ultima generazione alla ricerca della forma e dell’estetica migliore. L’obiettivo era realizzare una protesi performante per funzionamento e per un aspetto a lungo trascurato nella protesica: l’embodiment, ossia la percezione da parte dell’amputato della protesi come parte del proprio corpo. Questo risultato è stato raggiunto grazie allo studio approfondito delle proporzioni, delle posture e dell’ergonomia, attraverso un lavoro di ibridazione di varie discipline: dall’arte rinascimentale agli studi antropometrici; dal confronto con gli ingegneri biomedici a quello con i produttori di manichini per l’haute couture, e grazie allo studio svolto per garantire diverse tipologie di prese e di movimenti che Hannes è in grado di attuare sia quando usata attivamente che a riposo.Il design, senza nascondere la sua natura tecnologica, ha forme e proporzioni tali da creare una perfetta armonia con il corpo. L’obiettivo è stato quello di avvicinare la robotica all’uomo, per migliorare la vita di chi la usa quotidianamente” raccontano i designer Lorenzo de Bartolomeis, Gabriele Diamanti e Filippo Poli di ddp studio.Ad oggi conformazione, peso e qualità dei movimenti di Hannes sono quanto di più possibile equiparabili a quelli della mano umana. Hannes inoltre è unica nel suo genere per versatilità e naturalezza nel movimento, elementi che la caratterizzano insieme alla semplicità d’uso.“Quando abbiamo lavorato sul progetto di Hannes volevamo realizzare una protesi che desse sicurezza nelle attività di tutti i giorni, come per esempio impugnare una penna per scrivere, afferrare un oggetto pesante come un martello o un oggetto sottile come un foglio – spiega Lorenzo De Michieli, responsabile del laboratorio congiunto Rehab Technologies IIT – INAIL – ma allo stesso tempo che fosse una protesi capace di garantire movimenti e prese reali, adattandosi alla forma dell’oggetto afferrato o piegandosi nel modo in cui lo farebbe un polso biologico”.Il Premio Compasso d’Oro testimonia che scienza, tecnologia e design possono andare a braccetto raggiungendo traguardi sempre più importanti per i fruitori. Abbiamo intervistato Lorenzo De Michieli, responsabile di Rehab Technologies.Nell’edizione di quest’anno sono stati presi in esame 296  tra prodotti, processi e servizi e sono stati assegnati 18 Premi Compasso d’Oro e 38 Menzioni d’onore. Cosa rappresenta per voi questo risultato?Una grande gratificazione, che evidenzia quanto la robotica sia materia di integrazione, e quindi di ricchezza, fra discipline diverse: dalla meccanica ai materiali, dall’elettronica al design, il quale deve essere contemporaneamente estetico e funzionale. Nella robotica protesica e riabilitativa la bellezza è uno dei presupposti per l’accettazione del dispositivo.Quando avete capito che la protesi del nuovo millennio poteva essere un oggetto ancora più efficiente e meglio accettato dal paziente se aveste tenuto conto anche di altri fattori oltre alla meccanica nella fase di progettazione?Sappiamo che i dispositivi che si ispirano alla natura sia nel funzionamento, sia nella loro forma estetica hanno più probabilità di essere accettati dal paziente, che li percepisce sempre di più come una parte di sé e non come uno strumento. Tuttavia sviluppare dispositivi con queste caratteristiche è una sfida molto ambiziosa. Per questo il nostro approccio è stato fin da subito quello ‘olistico’, lavorando a tutto tondo sulle proprietà biomimetiche chiave della protesi, ossia antropomorfismo, performance dinamiche e di destrezza, efficacia e affidabilità della presa. A tal fine abbiamo lavorato in logica di co-sviluppo, coinvolgendo oltre agli ingegneri anche pazienti,  medici, terapisti e naturalmente i designer.Ci parli dei movimenti che può compiere Hannes? Oggi Hannes può svolgere tre differenti prese, a seconda del tipo di oggetti che deve afferrare: presa di forza per oggetti pesanti, presa di precisione per oggetti di piccole dimensioni, e presa laterale per oggetti sottili, come banconote o fogli di carta. La presa inoltre ha la particolarità unica di adattarsi automaticamente alla forma dell’oggetto rendendo facile e naturale afferrare oggetti di forma irregolare.E il polso?Il polso può ruotare per portare in alto o in basso il palmo della mano grazie a un piccolo motore elettrico incorporato nell’invasatura indossata dal paziente. Inoltre, il polso può assecondare i movimenti di flessione ed estensione rispetto alla posizione naturale di riposo per agevolare movimenti come quello in cui la persona appoggia la mano sui braccioli della sedia o sul tavolo per aiutarsi ad alzarsi in piedi.Durante la fase di progettazione di Hannes avete collaborato con pazienti INAIL che si sono prestati a testare la protesi robotica permettendovi di capire le reali esigenze di un fruitore. Può raccontarci uno degli episodi più significativi?Uno degli episodi più emozionanti è  stato quando abbiamo visto uno dei pazienti tornare a guidare la propria auto. La protesi alla mano destra passava dal cambio al volante con rapidità e grande naturalezza.


Premio Compasso d’Oro ADIOgni anno dal 1954, su un’idea di Gio Ponti viene assegnato il Compasso d’Oro ADI sulla base di una preselezione effettuata dall’Osservatorio permanente del Design dell’Associazione per il disegno industriale, costituito da una commissione di esperti, designer, critici, storici, giornalisti specializzati, impegnati con continuità nel raccogliere, anno dopo anno, informazioni e nel valutare e selezionare i migliori prodotti i quali vengono poi pubblicati negli annuari ADI Design Index.

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