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Italia: l’arte della scienza

IIT in mostra a l’Universum Museo de Las Ciencias di Città del Messico. Intervista a Riccardo Villari

È stata inaugurata giovedì 9 settembre 2021, presso l’Universum Museo de Las Ciencias di Città del Messico, la mostra ITALIA: L’ARTE DELLA SCIENZA, realizzata nell’ambito della collaborazione tra Città della Scienza e l’Ambasciata Italiana in Messico e delle iniziative di promozione della cultura scientifica italiana all’estero promosse dall’Ambasciata.“I legami scientifici tra Italia e Messico sono solidi e variegati come testimoniato, oltre che dalla ricchezza di progetti comuni finanziati nell’ambito di vari accordi bilaterali, anche dalla importante presenza di ricercatori italiani nelle istituzioni scientifiche messicane”. – fa sapere a IIT OpenTalk Emilia Giorgetti, Adetta Scientifica dell’Ambasciata d´Italia.Attraverso l’esposizione di oggetti, video, testi e approfondimenti la mostra presenta al pubblico alcuni risultati paradigmatici della ricerca su argomenti strategici ed attuali: l’ambiente, l’aerospazio, l’alimentazione, i beni culturali e la salute, dando spazio alle applicazioni più concrete, ma anche alla contaminazione fra discipline diverse, come il design, rappresentato dalla presenza trasversale nell’esposizione di prodotti della Collezione Compasso d’Oro dell’ADI- Associazione disegno Industriale.“Il Ministero degli Esteri MAECI crede molto nella diplomazia scientifica come mezzo efficace di rafforzamento delle relazioni internazionali e anche come essenziale veicolo per promuovere l’immagine e l’eccellenza del nostro Paese nel mondo. Lo dimostra l’esistenza di un’ampia rete di Addetti Scientifici nelle principali Ambasciate le cui dimensioni, in questo ultimo biennio, sono quasi raddoppiate” aggiunge Emilia Giorgetti.Lo spirito della mostra è quello di raccontare il contributo della divulgazione della scienza in Italia, attraverso i suoi grandi attori: i musei scientifici e il mondo della ricerca e dell’innovazione, tra cui CNR, principale partner, ASI e IIT.“Riteniamo che la divulgazione scientifica sia una sorta di soft power particolarmente adatto a veicolare l’immagine dell’Italia, non solo come potenza culturale ma anche per quello che realmente è: una grande potenza tecnologica. Basti pensare che in un Paese come il Messico, che rappresenta il nostro secondo partner commerciale nel continente americano dopo gli USA, le due principali classi di prodotti che esportiamo sono macchine industriali e farmaci” conclude Emilia Giorgetti.In particolare IIT è presente nella sezione dedicata alla salute con la mano protesica artificiale Hannes insignita del Premio Compasso d’Oro ADI XXVI edizione 2020 e nella sezione arte in cui è possibile vedere all’opera I 3 robot R1 e iCub che hanno partecipato alla Sfilata Donna Autunno-Inverno 2021/22 di Dolce&Gabbana e le interviste fatte in quell’occasione a Giorgio Metta, Direttore Scientifico IIT, Barbara Mazzolai, Direttrice Associata Area Robotica e Lorenzo Natale, Principal Investigator della linea di ricerca Humanoid Sensing and Perception. In questa celebrazione dell’estro e della creatività italiana non poteva mancare il made in Italy letto nelle sue molteplici sfaccettature che vanno dalla moda, alla ricerca d’avanguardia nel campo della robotica.L’intero progetto è stato coordinato dalla Fondazione IDIS – Città della Scienza in collaborazione con il Museo Universum, i contenuti sono stati curati ed elaborati da quattro Musei della Scienza italiani: Città della Scienza di Napoli, il Museo Galileo di Firenze, il MUSE – Museo delle Scienze di Trento; il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.Riccardo Villari, Presidente di Città della Scienza, come nasce questa collaborazione con l’Ambasciata italiana in Messico?“Italia: l’arte della Scienza” si inserisce nelle iniziative di diffusione della cultura scientifica italiana all’estero promosse dall’Ambasciata Italiana in Messico che vedono coinvolte le principali istituzioni di divulgazione scientifica italiane e messicane. La mostra rientra nell’ambito della collaborazione tra Città della Scienza e l’Ambasciata Italiana in Messico che ha visto altre significative iniziative quali “Materica: la scienza come (non) te la immagini”, mostra fotografica raffigurante materiali di ultima generazione di fondamentale interesse per l’ambiente e l’energetica, ed eventi di confronto internazionale sui cambiamenti climatici. Una collaborazione che fa parte dell’asset delle attività internazionali di Città della Scienza a supporto del lavoro della rete diplomatica italiana nel mondo.Valorizzazione della ricerca italiana nel mondo, è questo l’obiettivo che vi siete posti?Lo spirito della mostra è quello di raccontare lo straordinario contributo della scienza, della ricerca e dell’innovazione italiana. Il filo conduttore del progetto è stato infatti il CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, la cui collaborazione ci ha consentito di inserire in mostra alcune delle maggiori eccellenze scientifiche del paese; ma fondamentale è stato anche il partenariato con l’Asi, Agenzia Spaziale Italiana, oltre al contributo di Istituto Italiano di Tecnologia e diverse università. Un reale valore aggiunto è stato offerto dai molteplici e preziosi contributi di giovani ricercatori e start-up, vere fucine di innovazione del sistema della ricerca, capaci di raccontare un’Italia dinamica e proiettata verso il futuro. Come avete individuato i soggetti in mostra? Attraverso la scelta degli exhibit abbiamo voluto raccontare alcuni risultati paradigmatici su argomenti di grande interesse: l’ambiente, l’aerospazio, l’alimentazione, i beni culturali e la salute, dando spazio alla ricerca e alle sue applicazioni più concrete, ma anche alla contaminazione fra discipline diverse, per esempio con il design, come rappresentato dalla presenza dell’ADI Associazione disegno Industriale che è trasversalmente presente nella la mostra con prodotti dalla Collezione Compasso d’Oro. Ne viene fuori un quadro poliedrico che ben riflette come questi diversi settori si contaminino a vicenda e come tali scambi siano continua fonte innovazione e ispirazione per ulteriori ambiti di ricerca.  Ma non mancano i riferimenti allo stile italiano e al made in Italy, un vero e proprio modello culturale e di stile di vita al resto del mondo. Insomma nella mostra arte e scienza viaggiano a braccetto, in un continuo scambio di saperi e riflessioni che da un lato è eredità del pensiero scientifico e del pensiero creativo che hanno reso grande l’Italia nella storia, e dall’altro anticipa una tendenza alla continua crescita di sinergie tra ambiti che saranno sempre più vicini e connessi.L’Istituto Italiano di Tecnologia è stato scelto per la protesi robotica di mano Hannes e come esempio di collaborazione tra arte e scienze. Come si inserisce nel percorso espositivo?L’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova è noto per l’eccellenza in campo di robotica umanoide  ma altrettanto nota è l’apertura alla contaminazione tra ambiti di ricerca. Quindi rappresenta molto bene il connubio multidisciplinare che è alla base dello spirito con cui abbiamo selezionato le esperienze da raccontare in mostra, incarnando quello “spirito rinascimentale” che si rinnova in Italia ancora oggi rinnovando il legame tra tecnologia e cultura, tra scienza e arte. La mano protesica artificiale Hannes è stata disegnata per essere il più possibile equiparabile a una mano naturale, di cui restituisce il 90% delle funzionalità e ha visto un team multidisciplinare di ingegneri e tecnici specializzati in meccanica, elettronica, meccatronica, biomedica, neuroingegneria e programmazione. L’intero design, sia sul piano estetico che meccanico/strutturale, è infatti frutto di uno studio approfondito dell’antropomorfismo della mano naturale facendo percepire la protesi non più come uno strumento estraneo. La sfilata Dolce &Gabbana con il robot iCub e gli R1, frutto della ricerca di Istituto di Tecnologia Italiano di Genova nel campo dell’Intelligenza Artificiale rappresenta invece una collaborazione originale tra alta moda e alta scienza, dove la robotica diventa arte, chiave allegorica per un futuro in cui uomini e robot sfilano gli uni accanto agli altri.

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