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La spugna nanotech che pulisce l’acqua

In seguito a incidenti navali o industriali, la salute dell’ecosistema di mari e fiumi può essere compromessa a causa del riversamento di sostanze oleose, come il petrolio, che per l’uomo sono difficili da isolare e rimuovere.In seguito a incidenti navali o industriali, la salute dell’ecosistema di mari e fiumi può essere compromessa a causa del riversamento di sostanze oleose, come il petrolio, che per l’uomo sono difficili da isolare e rimuovere. Una possibile soluzione a questo tipo di problematiche è la spugna manovrabile con campi magnetici capace di assorbire gli oli separandoli dall’acqua.

La nuova spugna è realizzata con materiali economici e processi nanotecnologici facilmente riproducibili su scala industriale. Il materiale di base è, infatti, la schiuma di poliuretano, un polimero comunemente usato per il confezionamento degli imballaggi e per l’isolamento termico, il quale è trattato con nanoparticelle di ossido di ferro e di politetrafluoroetilene (noto in commercio anche come Teflon), acquisendo proprietà magnetiche, superidrofobiche e superoleofile.Il trattamento del poliuretano avviene in due fasi principali. Nella prima fase la schiuma viene bagnata con una soluzione contenente nanoparticelle magnetiche di ossido di ferro. La seconda fase consiste nel deposito delle particelle di politetrafluoroetilene sulla superficie della spugna. Tale trattamento rende il materiale capace di assorbire una quantità di sostanza oleosa fino a tredici volte il suo peso.«L’80% delle nanoparticelle introdotte nella schiuma può essere recuperato e riutilizzato dopo l’utilizzo” – commenta la Dott.ssa Athanassia Athanassiou, coordinatrice del team Smart Materials di IIT – la nostra nuova spugna, quindi, è un esempio di materiale innovativo, intelligente ed ecologico in grado di rispondere a problemi importanti come l’inquinamento dell’ambiente».

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