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MEMEX: una app per l’inclusione sociale, tra Realtà Aumentata e Patrimonio Culturale

Dar voce a chi solitamente non ce l’ha, grazie all’aiuto della tecnologia

Questo uno degli obiettivi di MEMEX, progetto di ricerca recentemente concluso di cui l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) è stato coordinatore. Il prototipo finale dell’applicazione correlata, che integra l’esplorazione in realtà aumentata (Augmented Reality, AR) del patrimonio culturale con storie e informazioni autobiografiche, è infatti a disposizione delle organizzazioni che si occupano di alcune comunità a rischio di esclusione sociale di Lisbona, Parigi e Barcellona.

L’app, frutto del lavoro di co-progettazione con le stesse comunità a rischio, funge da punto di unione tra storie, patrimonio culturale, tecnologia e innovazione: permette infatti di creare, condividere e collegare le storie degli utenti al ricco tessuto delle città in cui sono ambientate, al patrimonio culturale (sia materiale sia intangibile) circostante, nonché alle vaste informazioni accessibili/collegate dal cosiddetto Knowledge Graph (KG). “In questo modo le storie e le esperienze dei partecipanti sono collegate– spiega Matteo Taiana, ricercatore IIT coinvolto in MEMEX – a più livelli: sia con elementi del patrimonio culturale, sia con altre storie contenenti elementi in comune, creando così una narrazione articolata e arricchente”.

MEMEX realizza questo ambizioso intento in tre modi: 1) utilizzando un’interazione avanzata con il KG per scrivere, visualizzare e collegare tra loro le storie (che possono essere costituite da testo, audio, brevi video…) 2) consentendo agli utenti di collegare manualmente le storie, organizzandole in veri e propri viaggi 3) permettendo, attraverso interazioni basate sulla AR, di visualizzare le storie e le informazioni collegate direttamente ai siti fisici contenenti patrimonio culturale, consentendone così l’esplorazione nel mondo reale, tramite un indicatore digitale posto sugli oggetti all’interno della scena.

Nella fase conclusiva del progetto le persone appartenenti alle comunità a rischio di esclusione sociale (immigrati di prima e seconda generazione a Lisbona, donne migranti a Barcellona, e residenti di ex quartieri industriali, dove ora è in atto una riqualificazione, a Parigi) hanno quindi potuto, sfruttando tecnologie all’avanguardia, esplorare la AR utilizzando un semplice smartphone, condividendo e visualizzando le loro storie mentre camminavano all’interno della propria città. Questa esperienza immersiva sovrappone l’ambiente fisico con elementi virtuali, contestualizzando ed intrecciando la narrazione del patrimonio culturale con quella dei propri ricordi.

Lo sviluppo del prototipo dell’applicazione MEMEX ha riunito i portatori di interessi locali e le comunità a rischio di esclusione sociale grazie alla narrazione digitale inclusiva, agli incontri, alle discussioni e alle interazioni. Ha rafforzato così queste comunità, permettendo loro di rinsaldare le proprie esperienze e memorie frammentate organizzandole in storie avvincenti e localizzate sul territorio, utilizzando al contempo nuovi contenuti digitali personalizzati legati al patrimonio culturale europeo preesistente: così, ad esempio, nei ricordi di un’utente la Madonna Nera del Monastero di Montserrat a Barcellona si sovrappone alla madre e alla sua storia; in quelli di un’altra le ampolle e gli unguenti esposti al Museo della Farmacia di Lisbona si collegano alle attività della nonna, che era una guaritrice; la voce di un partecipante parigino testimonia e fa rivivere la costruzione del tunnel della stazione Rosa Parks, nel 19esimo arrondissement.

Quest’ultima versione dello strumento MEMEX è stata molto apprezzata dai partecipanti che hanno avuto modo di sperimentarla:

 “È la prima volta che uso la AR; in questo contesto permette di scoprire luoghi/storie nel quartiere basandosi su elementi del patrimonio culturale, permettendo di mettere in evidenza aspetti del territorio particolari.

Creando connessioni tra elementi fisici e virtuali all’interno di una città, MEMEX rivoluziona infatti il modo in cui si può vivere e interagire, in modo sempre più personalizzato, con il patrimonio culturale. Le storie che sono state create finora, frutto della sperimentazione di MEMEX, sono ora disponibili sul sito di progetto. L’obiettivo ora è quello di utilizzare la stessa tecnologia per progetti di interazione tra territorio e vissuti personali in altri ambiti, come ad esempio la relazione tra le persone e il mare in alcune città portuali europee.


Il progetto MEMEX, finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020, è coordinato da IIT, ed il consorzio di progetto è composto da: Università Ca’ Foscari Venezia (Italia), EY (Italia), ECCOM (Italia), CNRS – Centre National de Recherche Scientifique (Francia), Interactive Technologies Institute – LARSyS (Portogallo), Michael Culture Association (Belgio), Dédale (Francia), Interarts (Spagna), Noho (Irlanda), Mapa das Ideias (Portogallo).

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