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Scienza e (con e per) Società

Un pomeriggio di formazione sulle piattaforme social

Si è concluso giovedì pomeriggio “Scientists surfing the social media: a guide”, un workshop organizzato da Valentina Polini, coordinatrice dell’Ufficio Social Media della Direzione Comunicazioni e Relazioni Esterne di IIT – Istituto Italiano di Tecnologia, e che ha visto sul palco dell’auditorium della Fondazione l’health journalist Roberta Villa e, collegata in remoto, Anne Marie Conlon – chief editore & audience engagement del magazine scientifico Nature.

Il workshop è stato inserito in un contesto di formazione che la Fondazione attua in vari ambiti per l’intero staff.

Con quasi 150 tra collegati e in presenza dello staff di IIT, ha aperto i lavori il Direttore della Comunicazione Giuliano Greco, ribadendo l’importanza di tornare a parlare di comunicazione, non solo digitale, all’interno dei centri di ricerca, come strumento essenziale di informazione, promozione e valorizzazione della ricerca e del trasferimento tecnologico. Greco ha sottolineato la volontà della Direzione Comunicazione di continuare a programmare media training per supportare e approfondire la conoscenza della comunicazione all’interno di tutti i centri di IIT e per consolidare un workflow di attività dai laboratori alla Direzione che possa facilitare a veicolari i messaggi della Fondazione stessa.

Il workshop è iniziato con una breve analisi di Valentina Polini sulle piattaforme che, alla fine del 2019, sono state prese in gestione della Direzione Comunicazione (Facebook, Twitter, Instagram e LinkedIn), e che nell’arco di qualche anno hanno fatto confluire l’informazione contenuta nei comunicati anche in ambiti digitali, ampliandone l’utenza, e sono altresì diventate piattaforme di condivisione per agganciare, con strategie apposite, una audience diversa dell’informazione mainstream. Polini ha raccontato che, alla fine del lockdown nel 2020 circa, il numero di account social che sono stati creati dai PI di IIT, dai centri e dai singoli team ha superato i 120 e che il trend di consenso dei social media all’interno di IIT ha seguito la crescita globale di tutte le piattaforme. I dati del Digital 2022 Global Overview Report, ovvero il report annuale stilato in collaborazione tra We Are Social e Hootsuite, parlano chiaro: gli utilizzatori dei social media crescono di anno in anno e si sono attestati nel 2022 a 4,62 miliardi di persone, ovvero circa il 60% della popolazione mondiale. In un contesto simile, la scelta è virata sulla formazione, migliorare il “modo” di stare dentro i social media.

La parola è quindi passata alla Conlon che ha raccontato in sintesi il lavoro svolto come social media manager all’interno del magazine Nature: dalla content creation alla content communication, attraverso un editorial plan suddiviso nei singoli account e che promuova tutte le news che nascono all’interno del gruppo Springer Nature.

Quindi è stato il turno di Roberta Villa, una presenza giornalistica consolidata nei social media oramai da anni (199k followers su Instagram, 47k followers su Facebook e 25.7k followers su Twitter). Medico e giornalista che si occupa principalmente di salute, la Villa ha immaginato una “guida”, un insieme di buone norme per stare sui social media e ha invogliato i ricercatori all’utilizzo consapevole della comunicazione, anche digitale, ribadendo l’importanza di trasformare la presenza nei social in un’opportunità di diffondere la propria ricerca all’interno della comunità scientifica, di aumentare la consapevolezza e la conoscenza della ricerca anche in una comunità meno specifica, di raccogliere data oramai essenziali per la ricerca stessa e di fornire un servizio di informazione alla società distaccandosi dalle polarizzazioni, ignorando il dibattito di haters o le fake news. Quando la polarizzazione diventa forte, è più facile infatti che si inneschi il fenomeno della disinformazione, proliferando.

Il workshop, completamente interattivo anche grazie all’utilizzo di una app online disponibile per tutti i partecipanti, ha fatto sì che i consigli e la lezione della Villa fossero per buona parte cuciti addosso alle necessità ma anche alle abitudini social dei partecipanti stessi. Le domande dell’ultima ora del workshop hanno sciorinato gli ultimi dubbi ma anche le paure, ancora forti tra i ricercatori, di svilire la loro ricerca una volta comunicata sui social e di misurarsi con un mondo a volte lontano al cosiddetto “metodo sperimentale”.

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