Natura magistra scientiae: disponibili online le versioni integrali dei quattro appuntamenti a cura dell’Istituto Italiano di Tecnologia e in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, per entrare nel mondo della ricerca di oggi con lo sguardo a un futuro già presente.
In questa pagina, per chi non fosse riuscito a partecipare all’evento dal vivo, è possibile vedere le versioni integrali degli interventi di Roberto Cingolani (Direttore Scientifico IIT), Guglielmo Lanzani (coordinatore CNST-IIT Milano), Alberto Diaspro (Direttore di Nanofisica IIT), Barbara Mazzolai (coordinatrice CMBR-IIT Pontedera) che si sono tenuti Il 10, 17 e 24 maggio al Chiostro Nina Vinchi e il 31 maggio al Teatro Studio Melato. Il ciclo di incontri, Natura magistra scientiae, ha proposto al pubblico una visione del futuro della nostra società e degli orizzonti di scienza e tecnologia. La scienza di IIT chiedendo in prestito alcuni strumenti dal Teatro porta un futuro già presente al pubblico non specializzato, mostrando come la tecnologia, che ora appare lontana, abbia già un impatto reale sulla vita quotidiana.
“Natura magistra scientiae”, Prof. Roberto Cingolani, Direttore Scientifico, Istituto Italiano di Tecnologia
Il mondo degli esseri viventi è un prodotto dell’evoluzione che, in miliardi di anni, ha definito forme, materiali e meccanismi di funzionamento adatti all’ambiente nel quale si costituiva. La scienza oggi ha gli strumenti per osservarli e imparare da essi, studiando sistemi di complessità crescente, dal virus all’essere umano, e costruire tecnologie utili alla nostra società. Nuovi materiali intelligenti ecocompatibili, elettronica flessibile e vestibile, dispositivi per catturare energia nell’ambiente, una nuova medicina personalizzata, e infine robot bioispirati con cui coesistere nella società del futuro. Una scienza che impara dalla natura è una conoscenza che mette al centro l’uomo senza trascurare il nostro pianeta.
“Materiali 4.0”, Guglielmo Lanzani, coordinatore del Center for Nano Science and Technology, IIT (Milano)
L’industria del futuro dovrà prevedere l’introduzione di nuovi materiali, economici, a basso impatto ambientale e in grado di rispondere a bisogni energetici e produttivi crescenti, al ritmo della crescita della popolazione del nostro pianeta. Gli oggetti dovranno essere intelligenti, versatili, connessi l’uno con l’altro e alimentati da dispositivi che trasformano l’energia dell’ambiente in energia utile. I nuovi materiali sono l’anticamera a un’elettronica flessibile e vestibile, pannelli fotosensibili stampabili come un giornale, rivestimenti intelligenti e sensorizzati, plastiche biocompatibili ed ottenute da scarti alimentari.
“Nanotecnologie per il vivente”, Prof. Alberto Diaspro, Direttore Dipartimento di Nanofisica di IIT
Il fisico premio Nobel Richard Feynman nel 1959 dava avvio alle nanotecnologie, esortando gli scienziati contemporanei a essere coraggiosi e sognatori per affrontare le sfide scientifiche e tecnologiche su scala di misura piccolissima, quella degli atomi, il nanometro. Dopo oltre cinquant’anni, le nanotecnologie sono diventate strumenti al servizio della qualità della vita dell’uomo. Grazie ad esse si sono sviluppati strumenti di diagnosi che nel prossimo futuro permetteranno di osservare le patologie nel loro evolversi, a partire dagli stadi iniziali, intervenendo in modo tempestivo. Il Microscopio ottico, infatti, ha superato i limiti che impedivano di osservare direttamente le molecole all’interno delle cellule che compongono il corpo umano. Ora queste tecnologie si stanno miniaturizzando verso veri e propri Lab on chip, con l’obiettivo di portarlo direttamente nell’uomo.
“Ecosistema robotico”, Barbara Mazzolai, Coordinatrice del Center for Micro-BioRobotics di IIT (Pontedera, Pisa)
La robotica prende ispirazione dal mondo vivente per produrre tecnologie adattabili all’ambiente e capaci di interagire le une con le altre, e con l’essere umano. Con questo approccio IIT ha sviluppato un ecosistema di robot intelligenti: il Plantoide, il primo robot al mondo ispirato alle piante che trova la sua principale applicazione nel monitoraggio e nella bonifica dei suoli inquinati; l’animaloide HyQ, un robot a quattro zampe in grado di muoversi su terreni irregolari, e il bipede WALK-MAN per supportare l’uomo nelle operazioni di emergenza e sostituirlo durante l’intervento in zone contaminate e pericolose; l’umanoide iCub, che imita le capacità cognitive e dinamiche di un bambino, ed è il progenitore dei robot con cui l’uomo conviverà nella società del futuro, utilizzandolo come collaboratore o assistente.