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Speciale – Cosa è l’eccellenza nella ricerca?

Il primo incontro in presenza dell’Association of ERC grantees (AERG) in occasione dei vent’anni di IIT

Cosa è l’eccellenza nella ricerca e qual è il modo migliore per valutare la ricerca scientifica? Queste sono state le principali domande al centro della discussione tra esperti che si è tenuta durante il primo incontro in presenza di ricercatrici e ricercatori dell’associazione europea vincitori di finanziamenti ERC, l’Association of ERC grantees (AERG), il 22 settembre. L’incontro è avvenuto nell’Auditorium dell’IIT a Genova, in occasione delle celebrazioni dei primi venti anni dalla fondazione dell’Istituto. La discussione è stata moderata da Agnieszka Wykowska, PI del gruppo di Social cognition in human-robot interaction dell’IIT e membro del Consiglio dell’AERG.

Il tema della valutazione della ricerca è sempre più presente nei discorsi sulla promozione della scienza e della tecnologia in Europa, poiché l’ambiente scientifico sta mutando molto velocemente e di conseguenza alcune agenzie di finanziamento, come per esempio lo European Research Council (ERC), stanno modificando i loro criteri di riferimento per valutare i progetti da finanziare.

E’ un problema fondamentale per la ricerca di base”, ha commentato Axel Cleermans, Presidente dell’AERG, Direttore di ricerca alla National Fund for Scientific Research in Belgio e Professore di scienze cognitive all’Université Libre di Bruxelles. “Le persone non hanno ancora trovato un accordo sul significato di “eccellenza”. Tra noi scienziati è chiaro quando riconosciamo che alcuni lavori sono eccezionali ed è per questo che è emersa una prospettiva come quella proposta da CoARA, ovvero che nel momento in cui si tratta di valutare la ricerca, questa valutazione deve essere qualitativa e coinvolgere esperti nel campo. La sfida sta nel fatto che questo impegno richiede molto tempo; e per questo molti di noi non hanno la possibilità di fare le revisioni di articoli, per esempio, e questo apre una domanda su come gestire il tutto. La cosa più semplice e più allettante sarebbe quella di usare solo numeri, quali il numero delle pubblicazioni, ma non è la soluzione”.

CoARA, la Coalizione per l’Avanzamento della Valutazione della Ricerca (Coalition for Advancing Research Assessment) conta in Europa circa 600 membri tra istituti e università (tra cui anche l’IIT), questi ultimi premono   per definire un nuovo approccio di valutazione, non più basato solo sugli indicatori standard come l’h-index e l’impact factor, ma anche per introdurre metriche qualitative, quando si tratta di esaminare sia i ricercatori che i progetti di ricerca. A luglio 2022 la Coalizione ha diffuso un documento, dal titolo “Agreement on reforming research assessment” (https://coara.eu/app/uploads/2022/09/2022_07_19_rra_agreement_final.pdf), che di fatto rappresenta una sorta di “Costituzione, di impegno condiviso da parte della comunità”  ci ha spiegato il Professore Toma Susi, Ricercatore all’Università di Vienna e membro dello Steering committee di CoARA. “CoARA nasce per ottenere una riforma del sistema attraverso un lavoro comune, in modo coordinato, così da definire insieme i metodi di valutazione della ricerca più appropriati” ha riassunto Susi. “Il nostro scopo principale è di portare sullo stesso piano gli incentivi per i ricercatori come singoli e tutto ciò che è bene per la ricerca; vogliamo che le persone vengano ricompensate in termini di carriera, per fare cose che rendono la ricerca scientifica migliore e che aiutano la ricerca stessa. Attualmente vi è una disconnessione.”.

Lo European Research Council (ERC) è tra le istituzioni che hanno sottoscritto l’accordo promosso da CoARA e si è impegnata in modo concretro come ha sottolineato la Presidente dell’ERC Professoressa Maria Leptin durante la sessione di dibattito. A dicembre 2022, il Consiglio Scientifico dell’ERC ha annunciato piani di revisione dei processi usati per decidere quali proposte di progetto possono essere finanziate. “Per me l’eccellenza è una misura su una scala di valori; si può essere eccellenti nelle pubblicazioni, o eccellenti nella comunicazione” ha commentato Leptin. “Il punto della discussione è il come valutare la ricerca, quali sono i criteri, le dimensioni da considerare quando si esamina una proposta”. Leptin ha sottolineato che è molto importante avere chiara l’indipendenza dei singoli ricercatori e la loro abilità a condurre una ricerca produttiva, innovativa e creativa.

Tra gli impegni più rilevanti di CoARA vi è la promozione dell’uso di metodi qualitativi per valutare gli aspetti qualitativi della ricerca, come per esempio la qualità e l’eccellenza. “Non vietiamo l’uso di metriche, chiediamo solo di realizzare la giusta valutazione” ci ha chiarito Toma Susi. “Stiamo anche chiedendo di considerare nella valutazione una maggiore varietà di contributi, non solo le pubblicazioni, ma anche i set di open data e i software.”.

La Conferenza dei Rettori Tedesca, rappresentata all’incontro dal Segretario Generale il Professore Jens Peter Gaul, si è espressa in modo molto scettico nei confronti della CoARA e della sua comunicazione. “Penso che la definizione di eccellenza debba essere data dalla comunità scientifica e guidata da criteri scientifici”, ha commentato, ma “abbiamo la sensazione che CoARA sia più un processo che nasce dalla Commissione Europea, uno strumento esecutivo, e ciò rende le università tedesche molto riluttanti all’unirsi al processo”. Inoltre, trovano che la definizione di “eccellenza” venga sostituita da una più vaga definizione di “qualità”.

Il Premio Nobel per la Chimica, il Professore Martin Chalfie, ha ricordato che le prime valutazioni dei candidati erano basate unicamente su presentazioni anonime, dove il focus era il progetto e il loro lavoro di ricerca, senza la necessità di sapere da dove venivano o per chi avevano lavorato. “Venivano scelti solo per la qualità del loro lavoro. Senza raccomandazioni”. Le persone oggi sono più consapevoli dei propri pregiudizi inconsci. Secondo Chalfie, in base alla sua esperienza ai National Institutes of Health (NIH) statunitensi, il problema attuale non è tanto l’eccellenza, ma i finanziamenti. “Ci sono tante persone in grado di mettere insieme progetti eccellenti, ma non ci sono fondi sufficienti per supportarli tutti. La grande domanda, allora, è come scegliere tra tutti solo quelli che potrebbero avere maggiore successo o impatto?”.

Il commento di Chalfie ci fa ricordare che le politiche di finanziamento della ricerca scientifica nell’Unione Europea e negli Stati Uniti saranno influenzate da una parte dalle elezioni europee a giugno 2024 e dall’altra dalle elezioni presidenziali a novembre 2024. Il dibattito sull’eccellenza nella ricerca, quindi, per proseguire avrà bisogno anche dei cittadini che sceglieranno di sostenere la scienza.

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