Cerca
Close this search box.

Annamaria Petrozza dell’Istituto Italiano di Tecnologia al suo terzo finanziamento da parte dell’European Research Council

Petrozza è una delle 11 scienziate che si sono aggiudicate il prestigioso finanziamento Advanced Grant tra i 25 beneficiari complessivi in Italia

Una tornata di finanziamenti per l’eccellenza nella ricerca con una quota al femminile molto alta: 11 su 25 progetti vincitori saranno condotti in Italia da scienziate. Tra queste Annamaria Petrozza, coordinatrice del Center for Nano Science and Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) a Milano, la quale è al suo terzo progetto sostenuto dall’European Research Council (ERC). Petrozza si occuperà dello sviluppo di nuovi materiali semiconduttori per applicazioni nel campo dell’optoelettronica e fotonica, come per esempio in dispositivi per la conversione energetica.

L’ERC ha annunciato oggi l’assegnazione di 281 “Advanced Grant” in 23 paesi membri dell’Unione Europea, a ricercatori e ricercatrici di 32 nazionalità diverse, per un investimento totale di 721 milioni di euro nell’ambito del programma europeo Horizon Europe. L’Advanced Grant è un finanziamento che l’ERC conferisce su base competitiva a ricercatori e ricercatrici con una comprovata esperienza scientifica e risultati scientifici significativi nell’ultimo decennio. Del valore ciascuno di circa 2 milioni e mezzo di euro per i prossimi cinque anni, il finanziamento offre ai ricercatori senior l’opportunità di portare avanti progetti ambiziosi, guidati dalla curiosità, che potrebbero condurre a importanti scoperte scientifiche.

Annamaria Petrozza è la coordinatrice del Center for Nano Science and Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), ed è considerata dalla comunità scientifica internazionale come “top scientist” nello studio dei materiali. Dal 2018 compare nella lista degli Highly Cited Researchers redatta da Clarivate e da novembre 2022 è Fellow della Royal Society of Chemistry. L’Advanced grant è per lei il terzo finanziamento da parte dell’ERC. Nel 2017 vince un Consolidator grant per il progetto SOPHY, focalizzato sullo studio e lo sviluppo di una nuova classe di materiali per l’optoelettronica. Nel 2020 conquista un finanziamento di tipo Proof-of-Concept (PoC) per lo sviluppo di un prototipo di rilevatore di raggi X flessibile e su dimensioni estese area, dal nome FLE-X, e utilizzabile per applicazioni in ambito medico e nel controllo non distruttivo (CND) industriale – come per esempio il monitoraggio di infrastrutture, oppure in ambito AgriTech  innovando un settore che ancora si affida all’uso delle tradizionali lastre fotografiche e a strumenti che risultano pesanti, costosi e ingombranti.

Ingegnere elettronico con un dottorato in fisica, Petrozza è originaria di Matera e ha lavorato come ricercatrice all’estero tra la Francia e l’Inghilterra, per rientrare in Italia nel 2010 al Center for Nano Sciente and Technology di IIT a Milano, di cui oggi è Coordinatrice, oltre ad essere responsabile della linea di ricerca di Advanced Materials for Optoelectronics.

Il progetto per cui ha ricevuto il finanziamento si intitola EDO, acronimo di Electronic Doping of Soft Semiconductors, e punta a sviluppare nuove tecniche strumentali per controllare e migliorare le proprietà elettroniche di semiconduttori innovativi, come le perovskiti a base di alogenuri metallici, note per le proprietà ottiche ed elettroniche, quali ad esempio l’alto assorbimento della luce solare e l’elevata mobilità delle cariche elettriche. Tali materiali vengono detti anche “soffici”, perché sono estremamente reattivi ad ogni stimolo, inclusi il semplice contatto con un altro materiale o l’interazione con luce e campi elettrici.

Petrozza individuerà un nuovo processo per progettare la quantità di cariche elettriche libere in tali materiali, definito drogaggio elettronico intenzionale, tramite l’inserimento di alterazioni nella sua struttura. Il successo di tale processo sarà monitorabile grazie alla costruzione di uno strumento unico nel suo genere: un microscopio avanzato che utilizza sorgenti di luce regolabili (dall’infrarosso ai raggi X) per studiare le dinamiche elettroniche e chimiche in film sottili di semiconduttori con una precisione nanometrica.

Il progetto avrà un impatto importante nello sviluppo di nuovi materiali nel campo della optoelettronica e della catalisi, come per esempio dispositivi per la microelettronica e la conversione energetica.

Condividi