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Banksy l’invisibile visibile, dai muri di Bristol a Sotheby’s

La ricerca di nuove forme d’espressione anche nelle arti visive è un percorso affascinante che in tanti casi ha generato contaminazioni in ambito tecnologico.Architettura, design, comunicazione sono i punti di contatto tra ricerca applicata e mercato. Ci può essere un incrocio tra ricerca tecnologica di elevata qualità e forme artistiche estreme? Forse si. E siccome la curiosità sta alla base del lavoro del ricercatore proponiamo questa analisi di un fenomeno artistico che sta ottenendo un grande successo di pubblico al Mudec di Milano.”A visual protest .The art of Banksy” è la mostra della contraddizione ma anche un forte segno del nostro tempo. La contraddizione consiste nella contrarietà dell’autore (o autori) alle tradizionali forme di fruizione delle opere d’arte che poi finisce solennemente organizzato in una “personale” classica , istituzionale. La contraddizione nella contraddizione è quella di osteggiare gli street artist con tutti i mezzi possibili e poi dedicare un allestimento superbo, da artista accademico, a Banksy che ha costruito la sua fama regalando la sua arte dipinta sui muri delle case di grandi città.Nessuno ha mai visto Banksy e le polizie di tutta Europa gli danno la caccia. Dedicargli una personale com’è già avvenuto in altre città del vecchio continente è il tentativo di ridurre, inglobandolo il potenziale di protesta delle opere del writer inglese. Ma Bansky, almeno fino ad ora, mantiene le distanze e fa in modo che continui a crescere il mito dell’invisibile imprendibile. All’apertura della mostra di Milano era stata fatta circolare la voce che il writer si fosse mescolato alla folla travestito da barbone: difficile credere che sia passato inosservato tra le flessuose architetture del Mudec. Sicuramente era presente all’asta di Sotheby’s quando una sua opera si è autodistrutta, (quasi tutta). Le quotazioni dello street artist hanno raggiunto dopo la performance londinese valori di grande consistenza.Marketing e comunicazione divengono gli elementi portanti del caso, un uso sapiente del marketing mix genera ammirazione verso chi ha costruito, attraverso la contestazione della tradizione, una macchina promozionale eccellente, inglobando il sistema che vuole renderlo inoffensivo. Oltre tutto ciò, per chi ama nuove forme d’espressione e la sperimentazione vale la pena visitare la mostra. Le sale del Mudec raccolgono per temi il lavoro di Bansksy che viene riassunto efficacemente nella presentazione della mostra: ”Un’esplicita e mordace provocazione nei confronti dell’arroganza dell’establishment e del potere, del conformismo, della guerra, del consumismo”.Mudec, Milano, Via Tortona 56 fino al 14 aprile

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