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Ricercatori senza frontiere: Iran

Un fisico iraniano, donna, anche artista

Casa per uno scienziato è dovunque ci si possa rendere utili per migliorare la qualità della vita dell’uomo. Non c’è limite a dove potersi trasferire dunque e dove poter viaggiare per raggiungere questo obiettivo.”Decisa e “consistent” direbbero in inglese, con un passato/presente da artista che l’ha vista protagonista e art director di vari video e progetti artistico-tecnologici* che, per altro, rappresentano i ricordi più belli della sua giovinezza.Nata nella patria del Medioriente vestigia di antiche città, gloriose moschee e musei, Behjat si è formata in Iran, più precisamente nella capitale liberale e laica Tehran. Si è laureata in Fisica dello stato solido presso la Bu Ali Sina University Hamedan nell’omonima provincia iraniana, conseguendo la Laurea magistrale in Fisica Atomica e Molecolare alla University of Tehran. Successivamente ha vinto una borsa di studio in Fisica computazionale alla Amirkabir University of Technology di Tehran (il Politecnico di Tehran) e nel 2018 si è trasferita a Milano per continuare i suoi studi come ricercatore ospite nel gruppo del Prof. Chirico all’Università Milano-Bicocca.A novembre del 2018 è approdata in IIT per iniziare il suo dottorato con il gruppo di Nanoscopia guidato dal prof. Alberto Diaspro. Il suo progetto, che diventerà tesi di dottorato, porta il titolo di “Non-Linear Optical Process for Label-Free Microscopia” e vede come relatore il prof. Alberto Diaspro e come co-relatore il Dr. Paolo Bianchini. Nello specifico la ricerca di Behjat prevede lo studio di come progettare e sviluppare un microscopio multimodale esplorando processi non lineari e sfruttandone le caratteristiche per raggiungere la super risoluzione. I risultati attesi di questo progetto possono essere organizzati in tre livelli, racconta. Il primo obiettivo principale sarà quello di studiare le proprietà dinamiche di campioni biologici non macchiati con un’elevata risoluzione spaziale e temporale utilizzando i metodi Stimulated Raman Scattering (SRS) e Saturated Stimulated Raman Scattering (SSRS). Il secondo obiettivo sarà lo sviluppo di una tecnologia di imaging multimodale mediante l’implementazione di un trasduttore sulla configurazione personalizzata della “pump-probe”, per eseguire l’imaging fotoacustico. Un terzo e ultimo passo sarà dedicato all’applicazione del sistema realizzato ai campioni biologici e al perfezionamento della configurazione per ottenere migliori risultati.Perché ti appassiona quello che studi?Ci sono due ragioni principali. Innanzitutto, stiamo cercando di creare una nuova tecnologia combinando tecniche diverse, che potrebbero essere influenti nell’imaging a super risoluzione. La seconda e principale ragione è che ogni giorno ho una nuova scommessa o problema in laboratorio che deve essere risolto e queste sfide quotidiane mi rendono certamente una persona più completa, migliorandomi per il futuro. Perché per ogni problema che si presenta, imparo qualcosa.E di IIT e di Genova, invece, cosa ti piace maggiormente e cosa non ti piace?Sono stata felice di iniziare il mio dottorato di ricerca in IIT, un’atmosfera così eccitante! IIT è un’istituzione multiculturale e internazionale in cui ho l’opportunità di familiarizzare con altre culture e di fare nuove amicizie. Inoltre, arrivano visitatori e relatori da tutto il mondo, quindi posso aggiornare le mie conoscenze grazie a discussioni molto interessanti e che spesso hanno ottime ricadute sulla mia ricerca. Abbiamo anche una collaborazione con altri gruppi che portano nuove esperienze e mi aiutano ad imparare. Lavoro con colleghi provenienti da Italia, Giappone, Australia, Polonia, Francia, Belgio, Pakistan e Iran. Posso dire che abbiamo creato un gruppo affiatato e ho un buon rapporto con tutti loro. Inoltre tutti il gruppo di nanoscopia in cui svolgo il dottorato ha una importante collaborazione con quello di microscopia molecolare e spettroscopia (diretto dal Dr. Giuseppe Vicidomini) collocato sullo stesso piano a Erzelli, e questa è un’ottima possibilità per fare nuove amicizie! Mi supportano sempre gentilmente ogni volta che ho bisogno di aiuto. È indubbio che il gruppo sia ben solido, molto collaborativo, composto da colleghi molto gentili e intelligenti, che condividono il loro sapere per raggiungere tutti risultati eccellenti.Del Paese invece mi piace moltissimo la cultura italiana, la sua storia e la sua gente gentile. Amo la pasta con il pesto e alcuni luoghi qui come la Foce e Boccadasse perché posso passeggiare guardando il mare, i tramonti genovesi e ascoltando il rumore delle onde. Allo stesso modo posso dire che non mi piace la complessa burocrazia italiana che mi tiene in attesa quattro mesi per ottenere il mio permesso di soggiorno annuale. Durante quei quattro mesi non mi è permesso di viaggiare, e ovviamente non posso partecipare a nessuna delle conferenze che accadono in quelle settimane fuori dall’Italia. Inutile dire che questo aspetto è assolutamente contro produttivo per il lavoro che svolgiamo.Un fisico, donna, che racconta della sua Tehran con il distacco razionale di chi, da ricercatore, sa che il peregrinare è intrinseco del mestiere.Con una popolazione di 8.7 milioni di abitanti in città e circa 15 milioni in tutta l’area metropolitana, Behjat la definisce come “una città moderna composta da edifici a torre, musei d’arte contemporanea, luoghi storici, parchi nazionali, grandi centri commerciali e altre attrazioni simili. Il clima di Teheran è in gran parte definito dalla sua posizione geografica, con le imponenti montagne Alborz a nord e il deserto centrale del paese a sud. Può essere generalmente descritto come mite in primavera e in autunno, caldo e secco in estate, freddo e umido in inverno.”. Forse la città più ospitante al mondo, oltre il velo dei pregiudizi, esaltata da tutti i magazine di viaggi e riviste per il suo fervore e la sua incredibile architettura ai piedi dei monti Alborz (5.610 metri).La ricorda con tenerezza per la sua casa sita sulla collina di Shemiranat da cui può ammirare paesaggi anche non noti, e per le Fesenjan”, un tipico piatto persiano composto da noci, pollo e melograno.Mi dici un’espressione che ritieni tipica del tuo Paese?Vorrei menzionare una delle famose frasi di Saadi, un grande poeta persiano e scrittore di prosa del periodo medievale, “Naabordeh ranj, ganj moyasar nemishavad”, che letteralmente significa “nessun dolore, nessun guadagno” (no pain, no gain!).Un’espressione diventata mantra di professionisti e atleti che nel sacrificio riconoscono la chiave del loro successo.In bocca al lupo Behjat!___*

  1. Audio-Visual installation called Refactor (https://vimeo.com/197742849).
  2. Audio-Visual mapping “Le Labyrinthe of time”, a collaboration with French composer (https://www.youtube.com/watch?v=3bYdXzkeH1I).
  3. Assistant researcher in an ongoing project called reset modernity, a collaboration between the University of Tehran and University of Sciences Po (Paris), about how to face with climate-changing and how to mobilize and to aware societies about this global problem under the supervision of Prof. Bruno Latour. The outcome of this work will be published and exhibited in the The ZKM | Center for Art and Media Karlsruhe in Germany in the coming April. (http://danielirrgang.net/2019/04/26/reset-modernity-tehran-perspective-worksop-presentation/).
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